ARTICOLI SUI CULTI E LE SETTE UFOLOGICHE

mercoledì 22 aprile 2009

IL RITORNO DELL'EXTRATERRESTRE

IL RITORNO DELL'EXTRATERRESTRE
Abbiamo parlato di ‘cultismo ufologico’, tendenza dalla quale sono immuni la maggior parte degli scienziati e dei ricercatori ufologici. Ma esiste anche un altro aspetto del problema UFO, ed è quello evidenziato dall’attività dei cosiddetti ‘contattisti’; coloro cioè che si sarebbero messi in contatto con gli ‘occupanti’ dei dischi volanti. Uno dei più conosciuti in Italia è stato Eugenio Siragusa, il quale ha fondato un vero e proprio centro le cui propaggini sono oggi rivitalizzante da un suo discepolo: lo stigmatizzato Giorgio Bongiovanni.

Nel lontano 1972, una persona che conosco, a seguito di una trasmissione televisiva a cui erano invitati proprio gli aderenti del centro di Siragusa, volle scrivere per avere precise informazioni sulla realtà degli extraterrestri. Chiese, tra le altre cose, quale fosse la missione di questi ‘esseri’, da chi vengono mandati, e perché si rivelano soltanto a poche persone. La risposta giunse immediata. Il segretario del centro, Giulio Damiano, rispose quanto segue:



Gentile sig…., riscontro la sua gradita lettera… per esprimerle la mia riconoscenza di quanto lei ha affermato; riconoscenza dovuta soprattutto al Padre Celeste, il Quale, attraverso i Suoi imperscrutabili disegni, ha architettato tutto quello che è successo… Rispondo alle sue domande in maniera succinta:

La missione dei nostri Fratelli Superiori nei riguardi dei terrestri è di Pace e di Amore, Amore Universale, Cristico…
Gli extraterrestri, essendo gli angeli di Biblica memoria, vengono mandati espressamente da Dio…
Il messaggio cristico si rivela, ora, soltanto a coloro che nelle precedenti esperienze (vite trascorse), hanno avuto un bagaglio positivo ed ora devono espletare una missione che non è da rivelare agli altri.
Cristo è un genio Solare, è cosciente di Dio …


Forse è per il tenore 'pseudo-religioso' di tali affermazioni che tra gli ufologi scientifici e i contattisti non corre buon sangue.
Non sono idilliaci neppure i rapporti tra la maggior parte degli ufologi e il contattista francese “Rael”, al secolo Claude Vorilhon. Questi afferma di aver incontrato gli extraterrestri nel dicembre del 1974, mentre passeggiava solitario all’interno del cratere di un vulcano spento, nel sud della Francia. Nei due libri scritti a seguito degli incontri con gli alieni, Claude racconta di essere stato condotto sul luogo dell’incontro telepaticamente e, con lo stesso metodo, di essere stato spinto ad acquistare una Bibbia. Tutto a sua insaputa. Il contattista francese rivelò inoltre di essere stato chiamato dagli alieni per portare a termine una grande missione : ''fondare una religione atea con a capo lui quale novello messia''.

Claude accetta; cambia il suo nome in Rael, e fonda il movimento raeliano.


EXTRATERRESTRI IN CERCA DI DIO
Questi, Rael ed Eugenio Siragusa, sono i poli opposti di un ‘contattismo’ che getta l’ufologia nelle torbide acque del discredito. Salvando la loro buona fede, o comunque il diritto ad esprimere le loro idee, non si può certo dire che abbiano contribuito a chiarire il dibattito in corso sugli UFO. Siragusa ci informa che gli alieni sono gli angeli mandati dal Dio della Bibbia; Rael, pur utilizzando la Bibbia su consiglio degli alieni, dissolve ogni traccia di Dio.
Delle idee di Siragusa parleremo più avanti, ci soffermeremo ora sulla testimonianza di Rael. Testimonianza che rivela parecchi spunti, a dir poco sconcertanti: come pensare, infatti, ad una filosofia atea la cui base dottrinale è contenuta nella Bibbia? Idee certamente ‘stratosferiche’.

Gli omini verdi apparsi a Rael si definiscono gli ‘elohim’, e affermano che la loro storia e il loro messaggio sono rintracciabili nelle pagine delle Sacre Scritture cristiane. La loro opera di convinzione nei confronti di Rael, è consistita nel fargli accettare l’idea, di essere stati LORO gli autori della Bibbia, perché fosse tramandato nei secoli il “verbo intergalattico”. Però, aggiungono gli elohim, esiste un problema che, con l’aiuto proprio di Rael, essi sperano di risolvere: dato che i profeti dell’Antico Testamento, gli apostoli, lo stesso Gesù, tutti i contattati e contattisti, non sono riusciti a comprendere e a riferire correttamente il pensiero degli elohim, è giunto il tempo affinché qualcuno riprenda in mano l’opera e sia più affidabile. Rael accetta e diventa immantinente il ‘nuovo profeta’ degli elohim. Senza aver mai letto neppure una sola riga della Bibbia, il nostro ‘falso profeta’ è pronto ad ingolfarsi delle mastodontiche bugie degli omini del disco.

“Cominciamo dal primo versetto”. Esordirono gli elohim al primo appuntamento con Rael. E Rael, diligentemente, Bibbia alla mano, segue le istruzioni per l’uso.
“Cosa leggi?”, insistono gli elohim.
“Nel principio Iddio creò il cielo e la terra”
“Ecco – ribattono gli alieni – la parola Iddio, nel testo ebraico è ELOHIM, cioè ‘dèi’. Vedi, Rael: gli elohim siamo noi. Quando nella Bibbia tu leggerai il nome ‘Dio’, non devi intendere che esiste un Dio personale; Dio siamo noi!”.
Ottima disquisizione per chi, della 'Biblia' [Libri], non sa nulla. Sonora panzana per chi dello studio della Bibbia ne fa il suo mestiere. Il Prof. Klaus Schedl, semplice terrestre ma, a differenza di Rael, vero e profondo conoscitore della Sacra Scrittura… per mestiere, a riguardo del primo versetto della Genesi, afferma:

“Genesi 1:1 contiene una solenne allitterazione: “Bereshit bara Elohim”… il verbo ‘creare’ (bara) è usato soltanto per Dio, e non per qualsiasi altra creatura di Dio… Il sostantivo ebraico ‘Elohìm’ ha come radice il significato di 'essere forte' o 'essere potente', ha come significato il concetto di potenza, oppure può significare ‘Il Supremo’… 'Elohim' è il plurale di 'Elohah' (dio). A volte questo plurale si riferisce a diversi dèi come in Genesi 31:30, 32; 35:2, ma più spesso è usato come plurale di maestà, dignità o eccellenza. 'Elohìm' nelle Scritture è riferito a Dio stesso, altre volte ad angeli, a dèi idolatrici (sia singolare che plurale) e anche a uomini”.

Quando si riferisce a Dio, 'Elohìm' è usato come plurale Majestatis. A questo proposito il Prof. Aaron Ember dice: “La lingua del Vecchio Testamento ha rinunciato all'idea della pluralità di 'Elohìm' quando è riferito all'Iddio Creatore.. è dimostrato specialmente dal fatto che esso si costruisce quasi invariabilmente con un predicato verbale singolare e prende un attributo aggettivale singolare”.

'Elohìm' dev'essere piuttosto spiegato come un plurale intensivo, che denota grandezza e maestà, equivalente a 'Il Grande Dio'..”. - The America Journal of Semitic Languages and Literatures, vol. XXI, 1905, p. 208.

I testi dell’Antico Oriente hanno completamente dissipato il sospetto di un larvato politeismo insito nella radice del nome stesso; infatti, un analogo uso linguistico è stato rilevato anche nelle vicine lingue semitiche. Nelle lettere dell’Amarna, il Faraone egiziano viene chiamato col termine ‘ilani’ (dèi), ossia una persona singola in forma plurale. Nei testi di Boghaskoy, singole divinità ricevono ugualmente nomi plurali, e in fenicio il singolo dio Nerghal ha il nome nella forma plurale ‘Elim Nerghal’; stessa cosa per il dio ‘Mot’ a Ras-Sharma. Questo dimostra che dietro la forma plurale non si nasconde alcun politeismo e non indica molti dèi. E’ un uso linguistico comune alle lingue semitiche, che serve a mettere in evidenza la maestà divina, dunque un plurale astratto con significato singolare, che deve essere tradotto con ‘divinità’ (3).

Altri esperti di lingue semitiche affermano che se trattasi ipoteticamente di plurale è comunque da intendersi nella Bibbia come il parlare di un padre con il figlio o di un capo progetto con un direttore di progetto. In questo caso confermerebbe la scrittura di Giovanni 1:1 rafforzando l'idea che nell'atto creativo a sia stata praticamente coinvolta la prima Creatura, 'il figlio di Dio', e smonterebbe anche l'idea di una Trinità di dèi.

Non solo Rael non conosceva la Bibbia, ma neppure gli 'alieni-elohim' che pretendevano di spiegargliela.

Ma stiamo al gioco. Facciamo finta di seguire pedissequamente le rivelazioni degli alieni.. non mancheranno sorprese.

Facciamo finta che gli elohim siano i creatori dell’universo e dell’uomo. Facciamo finta che questi, dopo aver creato Adamo, abbiano voluto comunicare i loro insegnamenti a personaggi scelti: Abramo, Mosè, Elia ecc. Non faremo nessuno sforzo a credere che, come affermato dagli elohim, questi ‘uomini scelti’, abbiano combinato dei pasticci; non siano cioè riusciti a comprendere correttamente gli insegnamenti dei loro educatori extraterrestri e abbiano, quindi, tramandato sino a noi, per mezzo della Bibbia, non saggezza eterna, ma grossolani errori teologici.

Dopo aver fatto finta, ora facciamo sul serio, tracciando un primo bilancio.

Se gli elohim sono Dio, allora non sanno fare bene il mestiere di Dio; dal momento che, non soltanto scelgono tutti uomini sbagliati, tutti, che travisano il loro messaggio, ma, considerando che i primi scritti biblici storicamente compaiono intorno al 1500 a.C., i provetti dèi ci hanno lasciato credere per 3500 anni a delle menzogne. Ci chiediamo: se nella Bibbia doveva essere contenuta la verità; se i suoi redattori hanno scritto cose non vere e fuorvianti; quale sorte spetterà a quanti ne hanno letto le pagine e seguito gli insegnamenti prima delle revisioni raeliane? Ancor più: gli elohim sapevano di aver combinato un grosso guaio, e hanno lasciato che questo fosse creduto verità per 3500 anni? Non sono tragicamente colpevoli di aver lasciato l’umanità nelle tenebre?

E questi sarebbero il ‘dio di amore’?
Ma quale dio? E da quale dimensione?


Note:

1 – “Gli Arcani”, n°8, gennaio 1973, p. 6
2 – Idem
3 – Schedl Claus: “Storia del Vecchio Testamento”, vol. XIII, Ed. Paoline, 1959. p.12


Info:

Pubblicazione concessa dall'autore Sig. Luigi Caratelli tratta da una serie di sue conferenze.

http://www.cospirazione.net/index.php?option=com_content&task=view&id=389&Itemid=57

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